Il saggio affronta le numerose questioni problematiche poste dalla norma ex art. 2, d.lgs. 81/2015. Si tratta di un percorso interpretativo che, muovendo da una doverosa premessa di carattere storico, tenta di indagare le ragioni sottese al recente intervento normativo ed, al tempo stesso, di comprendere quali saranno i suoi effetti.
- L’art. 2 del d.lgs. 81/2015 introducendo la figura del lavoro etero-organizzato incide su quella zona grigia ove il confine tra subordinazione ed autonomia sfuma, probabilmente nell’intento di mettere ordine in un’area divenuta sovraffollata in ragione dei numerosi interventi normativi succedutisi negli anni.
- Nella convinzione che la problematicità di tale norma sia, almeno in parte, il riflesso della problematicità insita in ogni tentativo di disciplinare il lavoro personale continuativo prestato in favore di altri vengono ripercorse le tappe fondamentali di quell’iter legislativo che, pur nella fissità del sistema codicistico, ha dato vita dapprima alla fattispecie ex art. 409 n. 3 cod. proc. civ. e poi su di essa ha innestato in chiave anti-elusiva il tipo contrattuale del lavoro a progetto.
- Vengono poi analizzati i caratteri propri delle collaborazioni ex art. 2, d.lgs. 81/2015 al fine di comprendere se esse debbano essere ricondotte nell’area della subordinazione, dell’autonomia ovvero in un tertium genus. A tal fine si da conto delle diverse letture interpretative fornite dalla dottrina fino a questo momento.
- La parte finale è invece dedicata al regime delle eccezioni previste dal comma secondo, art. 2, d.lgs. 81/2015. Particolare attenzione viene rivolta alla scelta del legislatore di riconoscere un incisivo potere derogatorio alle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Dopo aver valutato tale scelta sotto il profilo della costituzionalità sono stati analizzati i primi Accordi collettivi adottati sulla base di tale previsione normativa.